I 7 vizi capitali: quali sono e significato

I vizi capitali si contrappongono alle virtu’, fattori di crescita spirituale dell’uomo.
I vizi sono appunto chiamati capitali perché giudicati di grave entità, infatti posso rallentare od addirittura distruggere i benefici per la persona portate dalle virtù; i vizi sono causa del peccato.

Si iniziò a parlare di vizi capitali addirittura intorno al 380 a.C. con Aristotele.

I vizi capitali furono ripresi dal primo cristianesimo, ad opera dei primi monaci, tra cui Evagrio Pontico e Giovanni Cassiano. I vizi capitali poi vennero sviluppati ampiamente nella filosofia di Kant.

Se siete anche voi fan del film “Seven” con Brad Pitt, probabilmente conoscete già quali sono i 7 vizi capitali, ma diamo comunque una rispolverata.

Ecco l’elenco dei 7 vizi capitali come noi oggi li conosciamo, con tanto di spiegazione:

  1. Superbia

    Convinzione della propria superiorità, reale o presunta, che si traduce in un comportamento di altezzoso distacco o di ostentato disprezzo verso gli altri, nonché di sprezzo di norme, leggi e rispetto altrui;

  2. Avarizia

    Bramosia, avidità, costante senso di insoddisfazione per ciò che si ha già e bisogno sfrenato di ottenere sempre di più;

  3.  Lussuria

    Irrefrenabile desiderio del piacere sessuale fine a sé stesso, ingordigia, carnalità, divinizzazione del sesso sempre maggiore, che può andare dalla cornicazione sino all’adulterio, e agli atti più estremi e perversi;

  4. Invidia

    Tristezza per il bene altrui avvertito come male proprio;

  5. Gola

    Irrefrenabile bramosia di trangugiare cibi o bevande senza fermarsi al limite della sazietà imposto dal corpo, ma proseguire nella consumazione per puro piacere ed ingordigia. Nel suo senso astratto, “goloso” è chi abusa di una determinata cosa, andando al di là del limite imposto dalla natura umana;

  6. Ira

    Alterazione delle emozioni che si manifesta in modo violento attraverso un’avversione profonda e vendicativa verso qualcosa o qualcuno;

  7. accidia

    Letargo malinconico, inerzia nel vivere e nel compiere opere di bene, pigrizia, indolenza, svogliatezza, torpidezza, inattività.