L’articolo 11 della Costituzione Italiana afferma quanto segue:
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”
“L’Italia non consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, discriminazioni razziali, linguistiche o religiose.”
Questo articolo della Costituzione sottolinea il rifiuto dell’Italia di utilizzare la guerra come strumento di risoluzione dei conflitti internazionali e afferma l’importanza di promuovere la pace e la giustizia tra le nazioni attraverso l’adesione e il sostegno alle organizzazioni internazionali.
Inoltre, l’Italia si impegna a non consentire discriminazioni razziali, linguistiche o religiose, condividendo con gli altri Stati il principio della parità tra tutti gli individui.
Quali sono i due principi fondamentali enunciati dall’art 11?
L’articolo 11 della Costituzione Italiana enuncia due principi fondamentali:
Il primo principio è il ripudio della guerra come strumento per risolvere le controversie internazionali e come mezzo di offesa alla libertà degli altri popoli.
L’Italia si impegna a sostenere le organizzazioni internazionali che lavorano per la pace e la giustizia tra le Nazioni e accetta le limitazioni di sovranità necessarie per raggiungere questi obiettivi.
Il secondo principio è la parità di trattamento tra le persone, senza discriminazioni razziali, linguistiche o religiose.
L’Italia rifiuta di consentire qualsiasi forma di discriminazione contro individui o gruppi sulla base della loro appartenenza razziale, linguistica o religiosa, e si impegna a promuovere l’uguaglianza tra tutti gli individui, in condizioni di parità con gli altri Stati.
Cosa significa che l’Italia ripudia la guerra?
Il termine “ripudio” indica un forte rifiuto, una condanna morale e giuridica, un disconoscimento e una rinuncia a qualcosa.
Nel caso dell’articolo 11 della Costituzione italiana, il termine “ripudio” si riferisce alla condanna morale e giuridica dell’Italia nei confronti della guerra come strumento per risolvere le controversie internazionali e come mezzo di offesa alla libertà degli altri popoli.
Ciò significa che l’Italia rifiuta l’idea che la guerra sia una soluzione accettabile per risolvere le dispute tra i Paesi, e si impegna a promuovere la pace e la giustizia attraverso mezzi non violenti e il rispetto delle organizzazioni internazionali.
In questo senso, l’Italia riconosce la necessità di limitare la sua sovranità per aderire a un ordinamento internazionale che assicuri la pace e la giustizia tra le Nazioni.
Com’è nato l’articolo 11?
L’articolo 11 della Costituzione italiana è stato inserito nella Carta costituzionale nel 1947, durante la fase di elaborazione della Costituzione repubblicana italiana.
L’articolo 11 è stato influenzato da diversi fattori storici e politici dell’epoca.
In particolare, il rifiuto della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali era un tema molto sentito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, che aveva causato milioni di morti e distruzioni in Europa e nel mondo.
Inoltre, dopo la fine del conflitto, il mondo era diviso in due blocchi contrapposti, con l’emergere della Guerra Fredda e la necessità di costruire un sistema internazionale di pace e sicurezza.
In questo contesto, i costituenti italiani, guidati da personalità come Alcide De Gasperi e Altiero Spinelli, si sono ispirati ai principi dell’ONU e dell’organizzazione Paneuropea, che miravano a promuovere la cooperazione internazionale e la pace tra i popoli. L’articolo 11 è stato quindi elaborato per esprimere la volontà dell’Italia di partecipare attivamente alla costruzione di un sistema internazionale basato sulla pace e sulla giustizia, e di rifiutare l’idea che la guerra possa essere un mezzo accettabile per risolvere le dispute tra i Paesi.
Redazione