Il sonno della ragione genera mostri: analisi opera di Goya

“Il sonno della ragione genera mostri” è un’opera dell’artista spagnolo Francisco Goya che faceva parte della sua serie di incisioni chiamata “I Capricci”.

Nell’incisione, un uomo giace addormentato su un tavolo da lavoro, mentre creature mostruose si aggirano intorno a lui.
L’opera è stata interpretata come una critica alla superstizione e all’ignoranza che possono sopraffare la ragione e la saggezza, portando a risultati catastrofici.

L’opera di Goya è diventata molto popolare ed è stata spesso citata in campo artistico e filosofico come un avvertimento sul pericolo di lasciare che le emozioni e le passioni prevalgano sulla razionalità.

Quali mostri genera il sonno della ragione secondo gli illuministi?

Secondo gli illuministi, il sonno della ragione può generare vari “mostri” o fenomeni negativi come la superstizione, il dogmatismo, l’intolleranza religiosa, la censura, la tirannia, l’ignoranza e l’irrazionalità.

Gli illuministi credevano nella ragione e nella scienza come strumenti indispensabili per il progresso dell’umanità e per la lotta contro l’ignoranza e la superstizione.
Per tale motivo, vedevano l’abbandono della ragione come un pericolo per la società e la civiltà.

Ad esempio, l’illuminista francese Voltaire ha scritto molto sulla necessità di usare la ragione per combattere l’intolleranza religiosa e la persecuzione, mentre l’inglese John Locke ha sostenuto l’importanza della libertà di pensiero e di espressione come fondamentali per la società libera e civile.

In definitva, gli illuministi sostenevano che il sonno della ragione poteva generare un’ampia gamma di problemi e che solo attraverso l’uso della ragione e della scienza si potesse sperare di combatterli e superarli.

Cosa sono i capricci di Goya e cosa rappresentano?

I “Capricci” sono una serie di 80 incisioni realizzate dall’artista spagnolo Francisco Goya tra il 1797 e il 1799.
Le incisioni raffigurano scene surreali e fantastiche, spesso caratterizzate da elementi satirici e ironici.

Redazione